Playa Tropicana, ovvero: nascondere visioni apocalittiche dentro motivetti orecchiabili

Estate millenovecentoottantatre. Ho appena compiuto nove anni, e le radio trasmettono, confuse tra una Every Breath You Take e una Do You Really Want To Hurt Me, tra una I Like Chopin e una Juliet, due canzoni tremendamente orecchiabili di due complessi sconosciuti, un calypso con il testo in italiano, e un pop elettronico con qualche sfumatura disco, con il testo in spagnolo. La prima, Tropicana* del Gruppo Italiano, diventerà uno dei successi dell'estate in Italia; la seconda, Vamos a la Playa dei Righeira, si trasformerà in uno dei più clamorosi tormentoni** degli anni '80 e in una hit in tutta Europa e non solo. Entrambe sembrano delle leggerissime, spensierate, frizzanti canzoncine estive: base musicale accattivante, ambientazione balneare, video colorati... eppure c'è qualcosa che anche alle orecchie del me novenne sembra leggermente fuori posto, come un quadro appeso un po' sghembo: perchè in Tropicana si dice: "l'esplosione e poi dolce dolce/un'abbronzatura atomica"? E perchè in Vamos a la Playa di parla di un "viento radiactivo" che "despeina los cabellos"?

Ammetto che all'epoca non approfondii molto la questione: come i miei dodici lettori possono immaginare a nove anni avevo altre priorità; ma ieri l'altro mi è capitato di rivedere su YouTube il video di Tropicana e sono rimasto assai sorpreso nel constatare che ancora oggi, dopo più di trent'anni, una buona metà di chi commentava non aveva colto il vero significato della canzone. Eppure il testo non potrebbe essere più esplicito: versi come "l'acqua ribolliva lentamente ad est/L'esplosione e poi dolce dolce/un'abbronzatura atomica/tra la musica dolce dolce/tutto andava giù" e "Brucia nella notte la città di San Jose/Radio Cuba urlava fuori da un cafè/la lava incandescente gremava gli hula hop/l'uragano travolgeva i bungalow" non lasciano dubbi. Altro che allegro motivetto balneare: la canzone descrive un'Apocalisse nucleare, con l'ulteriore inquietante dettaglio che i presenti quasi non se ne rendono conto perchè si sentono "come dentro un film" e in televisione sta passando la pubblicità di una bibita (Tropicana, appunto). È vero che la canzone inizia con "Ma che strano sogno", ma tutto sommato questo non basta per renderla meno terrificante.
Vamos a la Playa è in un certo senso ancora più esplicica e sarcastica, anche se il testo in spagnolo*** maschera un po' il senso del pezzo. In questo caso l'Olocausto atomico c'è già stato: "la bomba estalló/las radiaciones tuestan/y matizan de azul" (al link c'è la traduzione completa), "el viento radiactivo/despeina los cabellos"; ma non importa, andiamo lo stesso al mare, anche perchè "al fin el mar es limpio/no más peces hediondos/sino agua fluorescente". Niente male per una canzoncina estiva.
Non voglio lanciarmi in analisi sociologiche più grandi di me, ma trovo interessante che in piena guerra fredda, forse non a caso nello stesso anno in cui usciva al cinema WarGames, proprio due canzoni che giocavano sulle paure più diffuse e radicate**** siano diventate dei successi così clamorosi. Come dicevo nel mio ultimo blog, erano anni in cui la condivisione dei riferimenti culturali era maggiore, e le parole "catartico" e financo "inconscio collettivo" vengono alla mente.

* Una versione con migliore qualità audio (ma senza quel video meravigliosamente ingenuo) si trova qui.
** Pare che la parola "tormentone" sia stata addirittura coniata per descrivere questa canzone.
*** Esiste anche una versione della canzone con testo in italiano, che secondo me - forse per evitare di essere troppo esplicita - è meno efficace.
**** I più giovani dei miei dodici lettori troveranno difficile crederlo, ma almeno fino al 1989 la paura che improvvisamente qualcuno in URSS o in USA decidesse di scatenare la Guerra Termonucleare Globale (cit. da WarGames, ovviamente) era reale.

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